Critico letterario e socialista utopista russo. Di nobile famiglia,
studiò all'università di Pietroburgo; nel 1861
collaborò alla rivista "Russkoe slovo" (La parola russa), dove
espose le sue convinzioni positiviste e materialistiche, con una critica
spietata di tutti i valori tradizionali. Arrestato per le sue idee politiche, fu
condannato all'internamento nella fortezza di Pietropavloski (1862-65).
Continuò la pubblicazione dei suoi lavori anche all'interno del
carcere, esercitando una straordinaria influenza sui giovani della sua
generazione. Assertore di un realismo materialistico, critico di ogni forma di
arte fine a se stessa, propugnò l'esigenza di considerare
esclusivamente il valore sociale dell'opera d'arte. Proibiti dalla
censura, i suoi scritti poterono essere raccolti in volume solo nel 1894. Fra le
sue opere:
Bazarov (1862);
I realisti (1864);
La distruzione
dell'estetica (1865) (Znamenskoe, Orël 1840 - Dubbel'n, Riga
1868).